domenica 4 marzo 2007

Dicono di me

Femmina e donna, Mary Soldini ha un modo (inconsapevolmente?) mirato di rivolgersi al maschio e alle signore: le sue figure sensuali suscitano nell'uomo fantasie di anima sublime.Gli occhi, le bocche , gli scorci di belle lo portano in un mondo dove quelle non esistono più: lo conducono, così, nello struggimento.
I volti di umane rabbiose parlano alle vaginate e le spingono più su, dentro loro stesse, dove l'utero grida la rabbia di non essere più al centro del mondo e dove essere uterine rasenta l'insulto di essere isteriche (... è forse anche la sua furia?).
I felini sanno placarle guidandole là dove l'energia non si fa ira ma è natura, natura allora stato puro: mammiferi dagli artigli retrattili, che facciano le fusa come la brezza carezzevole o che siano assetati di sangue come l'uragano che squassa la terra.
I paesaggi di Mary rallegrano e intristiscono e stupiscono e persino irritano, ma comunque fanno scivolare, coloro che sanno ancora farlo, nella fantasia dei panorami delle anime le quali quegli spazi fantastici e colorati agognano per darsi pace.
E il gallo? Che alluda allo sdegno rasserenante (autoironico in Mary?) del bipede che Socrate, con le proprie ultime parole prima di spirare, chiede sia sacrificato ad Asclepio, perchè ha compreso che il corpo è l'unico grande peso che impedisce all'anima di levarsi verso un dialogo con gli Dei?Le bambine poi paiono raccontare di infinita speranza di rinascita e ... chissà ...questa è la poetica di Mary: ora arrogante sferzata ora caldo sfioramento per più numerose pieghe della psiche di quante lei stessa possa immaginare razionalmente, ma poi soltanto per poche delle tante che, inconsapevolmente, lei vive con gioia e tormento, tormenti e gioie che però, questa la sua grande fortuna, lei sa vivere o cerca con tutta la passione del suo essere, e certamente riesce a trasmettere chi entra in rapporto con la sua arte. (Isidor Weiss)

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